Migranti sanitari
… e si riparte con la Scuola
Informazione sanitaria
Negli ultimi tre anni un milione di Italiani residenti al Sud e nelle isole è stato costretto a spostarsi dalla propria regione di residenza per sottoporsi a cure mediche. È quanto emerge dal sondaggio Studio sui migranti sanitari realizzato da EMG Different per casAmica, l’associazione di volontariato che dal 1986 si prende cura dei migranti della salute e delle loro famiglie.
Il fenomeno dei “migranti sanitari” è in costante crescita, basti pensare che solo nel 2023 CasAmica ha registrato un aumento del 25% delle richieste di supporto. «Lo scorso anno abbiamo offerto 43 mila notti di accoglienza», dice Stefano Gastaldi, direttore generale di CasAmica. «La disparità di accesso alle cure è un’ingiustizia che tocchiamo con mano ogni giorno con gli ospiti delle nostre case, spesso costretti ad affrontare più volte l’anno viaggi di centinaia di chilometri e lunghe permanenze lontano da casa con pesanti conseguenze sia emotive che economiche».
Proprio per andare incontro alle fatiche dei migranti sanitari, CasAmica sta realizzando una nuova struttura a Segrate, alle porte di Milano, che potrà ospitare fino a 80 persone al giorno.
Un progetto importantissimo perché le difficoltà di chi si deve spostare per curarsi sono evidenti, dal costo degli spostamenti all’alloggio, senza considerare il senso di solitudine in un momento della vita già provato dalla malattia. La nuova struttura, denominata Progetto 3000, sarà composta da 4 piani per un totale di 3 mila metri quadrati con 21 stanze e miniappartamenti, alcuni dei quali riservati a pazienti particolarmente fragili che necessitano di una degenza separata. «Il progetto prevede un 30%
di spazi per l’interazione, fra sale comuni, cucine, spazi per i bimbi e un auditorium. I bisogni sono tanti e i malati non possono essere lasciati soli: già il solo stare insieme è terapeutico», dice ancora il direttore generale. «Negli anni ho visto tanta sofferenza, una fila infinita di pellegrini che nessuno vuole vedere», dice Lucia Vedani, fondatrice di CasAmica. Il pensiero va ai 110 mila accolti in quasi quattro decenni di CasAmica.
A cambiare la vita a questa donna energica e sensile, fu a metà anni Ottanta l’incontro con un uomo che, alzandosi da una panchina di Milano in una nebbiosa mattina di novembre, s’incamminava vero l’Istituto dei Tumori per le cure.
Da lì la scelta, sempre sostenuta anche dal marito Vincenzo e poi dai loro quattro figli, di non chiudere gli occhi davanti a tanta sofferenza e, anzi, di cercare di accompagnare i malati e le loro famiglie nel percorso delle cure lontani da casa.
«Lo dico sempre, non c’è gioia più grande che vedere il sorriso sulle labbra di chi soffre e potergli dire “io ci sono, sono con te”.
È una gioia che non si può comperare», ripete ancora Vedani.
La prima pietra di Progetto 3000 – la settima struttura di CasAmica in Italia – sarà posta entro la fine dell’anno, mentre l’inaugurazione è prevista per il 2026. L’operazione ammonterà complessivamente a 3,5 milioni di euro, sostenuti con raccolta fondi fra le aziende e i privati.