L’Istat rileva che è raddoppiata la percentuale di teenager insoddisfatti e con un basso punteggio di salute mentale.
Le cause principali vengono dall’esperienza della pandemia
Se non ci fosse la guerra in Ucraina, e alle tante altre atrocità dell’invasione russa, sarebbe questa la notizia del giorno. Una notizia drammatica.
E’ raddoppiata la percentuale di adolescenti insoddisfatti e con un basso punteggio di salute mentale: erano nel 2019 il 3,2% del totale, sono diventati 6,2% nel 2021. “Si tratta di circa 220 mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni che si dichiarano insoddisfatti della propria vita e si trovano, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico.
D’altra parte, gli stessi fenomeni di bullismo, violenza e vandalismo a opera di giovanissimi, che negli ultimi mesi hanno occupato le cronache, sono manifestazioni estreme di una sofferenza e di una irrequietezza diffuse e forse non transitorie”, ha spiegato il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, nella presentazione del rapporto sul Benessere equo e sostenibile.
Le cause di questo malessere vanno rintracciate negli effetti della lunga pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle.
Davvero credevamo che rimanere nella propria camera per anni, seguire le lezioni su un computer, non avere rapporti diretti con i professori, con i compagni di scuola, con gli amici, non fare sport, non ritrovarsi in centro, dover rinunciare alla propria vita sociale, non avesse conseguenze per un adolescente?