Dopo aver bruciato un po’ tutti i nomi – l’ultimo quello di Elisabetta Belloni – i partiti danno retta alle indicazioni che arrivano dai grandi elettori e si risolvono a chiedere a Sergio Mattarella la disponibilità al bis, ovvero a un altro settennato. Nel pomeriggio, alle 15, i capigruppo della maggioranza andranno al Colle per formalizzare la richiesta. Irritata Giorgia Meloni che prima twitta «Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da Presidente della Repubblica. Non voglio crederci», e poi convoca un vertice del suo Partito. «Il centro destra?», aggiunge Ignazio La Russa, «quale centro destra?» facendo capire chiaramente che l’asse Lega – Fdi – Forza Italia non esiste più. Almeno al momento.
Alla settima votazione il Capo dello Stato uscente chiude con 387 voti (su 593 votanti), 50 in più rispetto a quella precedente, pur avendo i partiti
Nella mattinata il premier Draghi, che aveva incontrato Mattarella alla cerimonia per il giuramento come giudice costituzionale di Filippo Patroni Griffi, si era poi fermato per circa mezz’ora a colloquio al Quirinale.
Sembrerebbe pro- prio per insistere, tenendo conto delle emergenze del Paese, perché accetti la richiesta dei partiti. Alla fine della conta delle votazioni, per le quali il centro destra si è astenuto, le schede bianche sono 60, torna il nome di Nordio, con 64 preferenze, segue Di Matteo con 40. Pierferdinando Casini, che in mattina ha convocato una conferenza stampa per chiedere che il suo nome sparisse dalle discussioni ufficiali, chiude con 10 voti.
Astenuti 380. Alla fine la svolta dopo sei giorni di contrattazioni tra i partiti, autorevoli figure bruciate in un quid, candidate donne proposte e poi nel giro di una notte eliminate. Dopo una serie di salite al Quirinale e una telefonata di Berlusconi dall’ospedale, ritorna Sergio Mattarella. Il presidente diventa garanzia per il Paese in un momento difficile per la pandemia, la crisi energetica e il vuoto istituzionale.
Il Mattarella bis ottiene un ottimo risultato:759 voti.
Ha vinto il Parlamento, l’unità del paese e il buon senso. Attendiamo le riforme e
soprattutto una nuova legge elettorale, quella proporzionale.