Volontà di vaccinare il 70% della popolazione mondiale
La volontà di vaccinare tutto il mondo come strategia globale per fermare l’epidemia era già emersa ad inizio settembre, nella riunione dei ministri della Salute del G20 in Campidoglio.
Gran parte della popolazione mondiale soprattutto la più povera e in precarie condizioni igieniche è a rischio contagio.
Ma è nell’incontro dei responsabili delle Finanze e della Salute del 29 ottobre all’Eur, alla vigilia del G20 dei capi di Stato e di governo, che quella strategia globale si è fatta più chiara. chiara. Così come gli impegni.
I grandi del mondo, infatti, hanno concordato di vaccinare il 40% del globo entro l’anno e di arrivare al 70% a metà del 2022. Una richiesta di «onorare le promesse» sui vaccini ai Paesi poveri era tornata a farsi sentire ieri mattina da parte di molte realtà, come Caritas Internationalis, Croce Rossa e molte Ong.
«C’è un impegno di tutti Paesi G20 a intervenire per quelli più poveri con un investimento economico molto forte», le parole del ministro della Salute Speranza, assicurando che le cifre necessarie a raggiungere tale scopo
«saranno investite».
Una stima viene fatta dalla direttrice generale del Fmi, Kristalina Georgieva per cui mancherebbero «solo 20 miliardi di dollari per accelerare le vaccinazioni globali».
Si rafforzano così gli impegni assunti quasi due mesi fa nel Patto di Roma, per garantire «a tutta la popolazione mondiale un accesso rapido ed equo al vaccino».
Un obiettivo, insieme a quello di dare risposte coordinate e globali alle future pandemie, che sarà monitorato dalla task force permanente Finanze-Salute appena creata, nel primo anno presieduta dall’Italia e dall’Indonesia. Anche perché ora, bisogna subito fare in modo che alle promesse seguano i fatti».
La pandemia di Covid difatti sta vivendo «un momento critico con 46mila morti a settimana» e questo dimostra che è «tutt’altro che finita». Perciò «ogni vaccino conta», sottolinea la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides, considerando l’obiettivo fissato sui vaccini «raggiungibile, ma solo se agiamo rapidamente». E rapidamente significa, per adesso, trasferire più dosi possibili nei Paesi poveri, per poi procedere nel medio periodo con il dovuto trasferimento tecnologico necessario a quei territori per produrre da soli i sieri, o parte di essi.