Resta il bonus per i veicoli meno inquinanti. Ecco chi deve pagare e quanto
La tanta discussa ecotassa di circolazione, ovvero l’imposta che dovrebbe colpire le auto più inquinanti, entra in vigore oggi.
Nell’ambito infatti di una manovra che, per richiesta esplicita dell’Unione europea, ha dovuto subire una profonda revisione, anche il meccanismo di bonus-malus ambientale per le auto, teso a scoraggiare l’acquisto di veicoli inquinanti e a favorire le immatricolazioni di auto green, ha subito un altrettanto decisa rivisitazione.
In sostanza, possiamo dire che l’ecotassa interessa soltanto le auto di lusso e i suv, e non più, come paventato in un primo momento, le vetture di piccola cilindrata come la Fiat Panda.
Confermato poi anche il bonus per chi acquista macchine con basse emissioni, con uno sconto che arriverà fino a 6.000 euro per le meno inquinanti, ovvero ibride ed elettriche. Ma vediamo nel dettaglio le misure adottate, e quali reazioni stanno provocando.
Chi paga l’ecotassa
Cominciamo con il dire che nella stesura del provvedimentoapprovato alla Camera le misure di bonus e malus si coprono sostanzialmente a vicenda da un punto di vista finanziario.
Il gettito della tassa, stimato in 300 milioni di euro nel 2019 (e di poco superiore negli anni successivi), è infatti destinato proprio agli incentivi per auto elettriche, ibride o poco inquinanti. Ma ecco hi deve pagare di più
Colpite sono principalmente le auto di lusso ed i suv ma non in base al prezzo di costo quanto al loro impatto ambientale. Per questo vengono creati degli scaglioni specifici:
– La sovrattassa scatta quando il livello di emissioni di CO2 supera la soglia dei 160 g/km: in questo caso è fissata a 1.100 euro.
– Il secondo scaglione riguarda le vetture che superano i 175 g/km; queste pagheranno una tassa di 1.600 euro,
– Il terzo scaglione comprende le vetture con emissioni superiori ai 200 g/km: la tassa sale a 2.000 euro.
– Quarto ed ultimo scaglione per gli autoveicoli che hanno emissioni superiori ai 250 g/km di CO2. Queste pagheranno 2500 euro.
Il valore è quello rilevato secondo il ciclo NEDC (che è riportato alla voce V7 sulla carta di circolazione di ogni autoveicolo)
Tra l’altro c’è da notare che il restringimento dell’ecotassa solo a suv e auto di lusso, dovrebbe portare a un conseguente contenimento anche della platea dell’ecosconto per le auto a basse emissioni.
Chi può beneficiare del bonus
Sempre secondo l’emendamento approvato a Montecitorio, si sa già invece che il bonus sarà suddiviso in tre fasce. Avrà uno sconto di 1.500 euro chi comprerà auto che emettono tra 70 e 90 grammi di CO2 al km, ad esempio la Skoda Citigo o la Fiat Punto 1.3 multijet (che però non è più in produzione).
Il bonus sarà di 3.000 euro invece per le vetture con emissioni tra 20 e 70 grammi al chilometro come l’Audi A3 Etron, la Mitsubishi Outlander Phev o la Toyota Yaris 1.5 hybrid.
Infine, il massimo incentivo di 6.000 euro riguarderà i modelli con emissioni tra 0 e 20 grammi al chilometro: in questa fascia rientrano, ad esempio, la Citroen C0, la Renault Nose o la Volkswagen egolf.
Ancora reazioni contrarie
Neanche questi cambiamenti sostanziali apportati all’ecotassa, sono riusciti però a cambiare il segno delle reazioni del settore automotive, che resta decisamente negativo.
“La nuova tassa ricorda il superbollo, non ha effetti sulla riduzione dell’inquinamento, crea un ammanco nel bilancio dello Stato e impatterà sull’occupazione del Paese”, affermano in particolare le associazioni di categoria Anfia, Federauto e Unrae, che chiedono al governo “di eliminare dalla manovra di bilancio ogni ulteriore gravame fiscale a carico degli automobilisti” e di rinviare tutto al 2020.
Nessun commento invece, almeno per il momento, da Fca che, nei giorni scorsi, aveva minacciato di rivedere il proprio piano industriale da 5 miliardi annunciato per gli stabilimenti italiani in caso di approvazione dell’ecotassa nella sua prima versione.