Oggetto: intervento su sicurezza nei luoghi di lavoro: presidi territoriali di continuità assistenziale e presidi ospedalieri.
Egregio Assessore,
L’ Osservatorio Buona Sanità (OBS) è un’ associazione no-profit costituita prevalentemente da operatori sanitari della dirigenza medica, operante da anni con il manifesto scopo di fornire una “vetrina” delle eccellenze mediche, da segnalare alle Istituzioni ed alla cittadinanza, in un periodo storico in cui la nostra professione medica è spesso sotto accusa da parte dei media e non, su presunti casi di malasanità, con i danni che ne conseguono.
L’Osservatorio ha quindi lo scopo manifesto principale di rafforzare la fiducia della popolazione verso la Sanità italiana, sia Pubblica che Privata, andando a proporre quelle realtà, anche meno pubblicizzate, di Sanità virtuosa, non solo dal punto di vista “Aziendale” ma, soprattutto, dal punto di vista Scientifico e/o del grado di soddisfazione espresso dal paziente.
Nel rispettare il percorso istituzionale intrapreso dall’ Assessorato alla Salute con l’obiettivo di tracciare le linee guida per la messa in sicurezza dei presidi territoriali di continuità assistenziale e presidi ospedalieri, l’ Osservatorio Buona Sanità, che già di recente ha approfondito tecnicamente la problematica nel corso del Meeting ‘La Violenza ha tanti volti..e nei luoghi di lavoro?’ patrocinato dall’ Amministrazione Cannata, che ha visto confrontarsi Dirigenti Medici con l’ intervento della Dott.ssa Strano Serafina, Centro Antiviolenza, Giudici penalisti e del lavoro, Donne delle istituzioni, oggi ha il dovere di intervenire a difesa e tutela di tutti gli operatori sanitari.
Da più voci continuano ad arrivare le richieste di implementare i sistemi di prevenzione e sicurezza a difesa da comportamenti aggressivi e lesivi per la categoria dei sanitari che, per sua natura, è sempre stata dalla parte dei cittadini, i quali oggi, invece, rappresentano troppo spesso un pericolo con episodi di violenza in seno al luogo di lavoro, che mina incolumità psico-fisica ed efficenza nell’ operato svolto, da cui consegue il fallimento a tutti i livelli dell’ assistenza sanitaria e la tutela del bene salute della nostra collettività, così come sancito costituzionalmente.
E’ opportuno considerare che:
– La raccomandazione n° 8 del novembre 2007 emanata dal Ministero della Salute ben individua le aree a maggior rischio del SSN: servizi di emergenza/urgenza, strutture psichiatriche ospedaliere e territoriali, luoghi di attesa, servizi di geriatria, servizi di continuità assistenziale, ed invita ciascuna struttura sanitaria ad elaborare un piano di prevenzione per una tolleranza zero verso gli episodi di violenza, ma anche per formare il personale e coinvolgere la Direzione Aziendale nella gestione degli episodi di violenza.
– Nel comparto Sanità, come riferimento legislativo principale il D. Lgs. 81/08 che nello specifico, nell’articolo 28 – Oggetto della valutazione dei rischi, sottolinea che la valutazione dei rischi lavorativi deve riguardare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari”.
– D.A. 06.09.10 – G.U.R.S. n. 45 15/10/10 : Art. 8 bis. – Competenze delle aziende – Sicurezza nelle sedi di lavoro. 1. È obbligo delle aziende sanitarie provinciali garantire la sicurezza del personale rispetto a possibili episodi di violenza che possono verificarsi presso i presidi di continuità assistenziale. – Accordo Stato – Regioni del 21.12.11 – FORMAZIONE – ‘La Conferenza permanente tra lo Stato e le Regioni ha approvato i nuovo Accordi per l’organizzazione della formazione alla sicurezza dei Lavoratori, Preposti, Dirigenti e Datori di Lavoro…’
Da un’ accurata attenta analisi delle informazioni pervenute dagli operatori sanitari e del comparto e della dirigenza medica è importante intervenire tempestivamente per garantire i requisiti di messa in sicurezza delle strutture sanitarie, per cui si traccia elenco di proposte, ad integrazione di quanto già sancito dal D.A. 06/2010:
- Vigilanza privata H24.
- Sistemi di videosorveglianza all’ esterno ed interno degli edifici, collegati alla sorveglianza remota h. 24 per il monitoraggio real time.
- Sistemi di allarme collegato ad una centrale operativa.
- Sistemi di illuminazione efficienti, soprattutto all’ingresso delle sedi.
- Videocitofoni atti a riconoscere chi si trova all’esterno.
- Porte antisfondamento.
- Uscite di sicurezza con piano di evacuazione ed addestramento del personale.
- Costante analisi del fenomeno di rischio per individuare sopraggiunte criticità ed eventuali faglie organizzative supportate da commissione tecnica costituita da componenti appartenenti alla dirigenza medica.
- Individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare illustrate a tutti gli operatori sanitari, nonchè dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri e costantemente monitorati e verificati e, nel caso di mancato raggiungimento dell’ obiettivo, conseguente sospensione dal lavoro e/o sanzioni pecuniarie.
- Realizzazione di uno sportello virtuale accessibile on-line dai dipendenti aziendali per la segnalazione di informazioni utili a monitorare il fenomeno e l’ eventuale violazione delle procedure attuate, garantendone l’anonimato.
- Adeguata formazione e addestramento dei lavoratori esposti a rischio, con training comportamentali, ciclicamente garantita dal servizio di formazione aziendale.
- Programmi di assistenza specialistica, consulenza legale e psicoterapeutica dei lavoratori esposti a rischio a garanzia e tutela della condizione psicofisica.
- Idonee polizze assicurative obbligatorie per le aziende di infortunio sul lavoro full risk che includino la violenza psico-fisica e sessuale da terzi sul posto di lavoro.
Certi della condivisione delle proposte elencate, in attesa di favorevole riscontro
Cordiali Saluti
Coletta Dott.ssa Katia