Inizia oggi a Cagliari la 48ª edizione Settimana sociale dei cattolici italiani: un appuntamento importante non solo per i cattolici ma per tutta la società, così fortemente segnata dalle ferite che dilaniano il mondo del lavoro, una società assetata di parole concrete e che sappiano trasmettere la vera speranza.
«La stretta connessione tra persona e lavoro ha in sé un esplicito richiamo storico alle radici cristiane della nostra società e ci attribuisce una responsabilità specifica nel sistema delle relazioni economiche e politiche, dalle quali dipende il nostro futuro». In queste parole del presidente Carlo Costalli è sintetizzato lo spirito che ha animato il percorso di preparazione del Mcl all’appuntamento di Cagliari.
Del resto un tema così provocatorio come quello proposto dalle Settimane Sociali – “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale” – non può lasciare indifferenti e pone a tutti noi quelle domande, scomode e necessarie, che troppo spesso si tende a nascondere: guardare a un mondo del lavoro che promuova la persona umana in tutte le sue dimensioni,
che non riduca il lavoro ad una discussione astratta né ad un utilitarismo che umilia la persona, e ci chiede di aver speranza perché un altro modo di lavorare è possibile.
È questo il senso del lungo cammino preparatorio che ha coinvolto tante realtà come il Mcl, che ha messo al centro degli impegni degli ultimi mesi il tema della Settimana sociale: un percorso scandito da molti appuntamenti formativi, a carattere nazionale e locale, come la Winter School di Brescia, organizzata in collaborazione con il Centro di Ateneo per la Dottrina Sociale dell’Università Cattolica o il seminario di Studi di Senigallia, appuntamenti cui hanno partecipato Sergio Gatti,
direttore generale di Federcasse e vicepresidente del Comitato organizzatore delle Settimane sociali, e monsignor Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei.
Un cammino, quello del Mcl, caratterizzato anche da momenti che hanno messo in luce le buone pratiche locali, frutto delle risposte che le realtà del Mcl danno ai bisogni del territorio. Un atteggiamento propositivo, quello con cui abbiamo accolto l’invito e la sfida posti dal progetto “Cercatori di LavOro”, finalizzato a trovare buone pratiche che mettano in luce un modo nuovo di concepire e vivere il lavoro: un cambiamento che è già in atto, perché la speranza non ha bisogno di discorsi, ma di esperienze a cui guardare. Proprio dalle esperienze concrete vissute nasce il documento del Movimento, offerto come contributo del Mcl alla riflessione della Settimana sociale, che punta su alcune delle questioni più spinose: la dignità del lavoro, il rapporto tra i giovani e il lavoro, tra la formazione e il lavoro, le sfide dello sviluppo economico e della buona industrializzazione, la questione del Mezzogiorno.
Fonte: Avvenire 26 ottobre