15 ottobre – “Dieci anni fa c’ero anch’io alla nascita del Pd. Venivo dalla Margherita di Francesco Rutelli, un soggetto politico che appare oggi, con il buon senso che il tempo regala, una formula politica che ancora oggi appare di singolare attualità. Peccato che allora l’apparentamento con i DS ne diluì a tal punto l’identità, da sottrarle molto del valore anticipatore che aveva avuto rispetto alle tante crisi successive della politica”.
Così Paola Binetti, in una nota.
La deputata centrista aggiunge che “la Margherita appariva un soggetto unitario, in cui però le differenti identità conservavano tutta la dignità della loro storia. A cominciare dal partito popolare, con le sue radici sturziane, fino ad includere gli ambientalisti, sempre più attenti alla ecologia umana oltre che ambientale. Ma i rapporti di forza erano schiaccianti e i DS, con la loro storia e la loro cultura, dettero al nuovo movimento una connotazione ideologica, così marcata in alcuni campi e su di una serie di temi da rendere difficile la coabitazione. Già da queste premesse diventava possibile intravedere la pesante crisi a cui sta andando incontro oggi il Pd. Ne dettero una testimonianza chiara prima l’uscita di Rutelli e poi lo scivolamento fuori dalla politica di Prodi e Veltroni.
Tutti padri a pieno titolo e con pari dignità del Pd.” Per Binetti “Matteo Renzi, accolto con grande simpatia all’inizi del suo mandato, si e’ rivelato un rottamatore potente non solo dei leder concorrenti, ma anche di quelle idealità fondative, che sono via via degenerate in ideologie di stampo puramente pragmatico, che oggi hanno un puro sapore elettorale. Quel suo proclama di ieri, in cui dichiara di non voler avere nulla a che fare con il Centro destra, e’ in costante conflitto con la stretta alleanza con il Nuovo Centro destra di Alfano, in una relazione ambigua e sottilmente conflittuale, ma buona da spendere per far approvare ddl magari scomodi e impopolari. Peccato che le scelte siano fatte in casa Pd e al popolo del vero centro destra, quello per intenderci evocato non solo da Berlusconi, ma anche dai piccoli partiti del centro, UDC compresa, non restino neppure le briciole. Tutto e’ funzionale sempre e solo ai bisogni e agli obiettivi di un Pd, che non e’ però il Pd di dieci anni fa.
Quello che avrebbe voluto e dovuto essere inclusivo anche della cultura di antica matrice democristiana, ma ne e’ un surrogato che ha già espunto l’allora Leader della Margherita, senza mai dare ragione di una rottamazione così clamorosa. Ora si apre, da tempo in realtà, si e’ aperta una nuova stagione politica che deve vedere un nuovo Centro e un nuovo Centro destra animati da una maggiore consapevolezza di quanto si e’ perso in questi anni e che deve sapersi rinnovare in profondità per offrire anche al Pd una ragione irrinunciabile di cambiamento positivo verso quei valori che dieci anni fa ne furono la vera spinta fondazionale”.
Fonte: (Rai/ Dire) 11:44 15-10-17 NNNN