Ho letto nei giorni scorsi un articolo che riporta alcuni dati interessanti sulla vivibilità’ e sulla qualità’ della vita a Catania. Sono sicuro che le responsabilità non possono essere attribuite alla politica del presente né alla politica del passato.
Troppo semplicistico scaricare colpe solo ai politici.
Credo che un’attenta analisi coinvolga proprio tutti, ognuno con il suo ruolo: il semplice cittadino, la classe dirigente, gli imprenditori, i sindacati, la scuola l’università etc.
Nell’articolo vengono riferiti alcuni indicatori che indirettamente danno la situazione attuale delle condizioni economiche e sociali della città:
- occupazione femminile (emerge il dato che è al 27.6% fanalino di coda insieme a Palermo e Napoli);
- mercato dei negozi (dati tecnocasa: nei primi mesi del 2016 è in calo, segno di un economia in grande difficoltà);
- ore di cassa integrazione ordinaria (rapporto Uil: cresciute nel 2016, in controtendenza rispetto al dato nazionale(rapporto Uil);
- occupazione (persi circa diecimila posti dal 2009 a oggi nel settore dell’edilizia; massa salariale da 110 milioni a 72 milioni di euro);
- crescita delle aziende (dati Unioncamera: appena lo 0,21% in più di fronte al +1,24 di Messina e il +1,29 di Ragusa);
- furti di energia elettrica (3.300 casi per un totale di circa 150 gigawattore);
- morosità condominiali (29.6%, percentuale maggiore della media nazionale pari al 25%);
- Università (dati Sole 25ore: è al 54° posto su sessantuno sedi accademiche);
- sostegno alimentare (all’Help Center della Caritas catanese vengono serviti più di 400 pasti, il doppio rispetto a quelli erogati nel 2013.
- Il 40% è rappresentato da italiani in una fascia di età tra i 45 e 60 anni).
Tali Indicatori confermano come la ripresa sia ancora lontana ma non danno l’immagine di Catania: una città, certamente, in crisi ma che mantiene tutti i presupposti perché possa tornare ai fasti di un tempo (beni paesaggistici, architettonici, culturali, mare, Etna; senza dimenticare l’intraprendenza,l’estro e le capacità dei catanesi).
Io credo che Catania potrà farcela.
Orazio D’Antoni